I DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE.Organizzazione, funzionamento, competenze, criticità e prospettive di evoluzione

Data inserimento
20/09/2017
Utente
Sce
Tipo annuncio
Vendo
Categoria
Scienza e tecnica
Titolo
I DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE.Organizzazione, funzionamento, competenze, criticità e prospettive di evoluzione
Autore
Prezzo
24,00 €
Casa editrice
SCEDITRICE
ISBN
978-88-941684-3-3
Regione
Lazio
Provincia
Roma
Comune
N/A

Il dibattito su come assicurare una risposta ottimale ai bisogni di prevenzione della popolazione ha mostrato recentemente un rinnovato interesse da parte di studiosi del settore. In realtà non si è mai sopito negli ultimi 20 anni, ma l’uscita del nuovo Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 ha rinfocolato un confronto di estremo interesse. In particolare l’analisi delle motivazioni del non ottimale raggiungimento degli obiettivi di salute dei precedenti Piani, ha aperto una riflessione critica su almeno tre aspetti: la mancata concettualizzazione, da parte delle strutture sanitarie preposte, del proprio ruolo di stewardship sia a  livello regionale sia a livello aziendale; l’assenza di un’analisi strutturata dei portatori di interesse da coinvolgere nel raggiungimento degli obiettivi del piano; l’assenza di una sistematica rassegna, a livello di erogazione, delle possibili sinergie con strutturazioni organizzative diverse da quelle responsabili delle attività di prevenzione. Nel contempo il nuovo Piano ha introdotto un elemento di grande interesse: il fatto che i “Dipartimenti di Prevenzione” assumano all’interno delle ASL, da un lato un ruolo di regia sull’ erogazione diretta delle prestazioni, e d’altro lato una funzione di govemance degli interventi non erogati direttamente.

Questa investitura, sicuramente necessaria perché nei Dipartimenti di Prevenzione è presente la maggioranza delle professionalità e del know how riguardanti la tutela della salute, nonché una vocazione specifica a contrastare i fattori di rischio, ha però aperto una riflessione sulla idoneità dell’attuale organizzazione a garantire in maniera ottimale la trasversalità degli interventi che deve essere fortemente perseguita anche in termini di integrazione formale e operativa.
Sono quindi venuti al pettine una serie di nodi relativi alle modalità organizzative prettamente verticali delle unità operative, ai rapporti non chiari di vari settori con livelli di coordinamento a monte, ad esempio la sicurezza alimentare e sul lavoro, alle sovrapposizioni operative con istituzioni che agiscono in parallelo sui medesimi argomenti, alla mancata individuazione di modalità di intervento esplicitate in linee guida strutturate e condivise.
A parere dello scrivente se da un lato è impossibile rinunciare alla presenza in una unica struttura delle varie branche specialistiche della prevenzione in una ottica metadisciplinare e multiprofessionale, d’altro canto è indifferibile avviare una riflessione sulle trasformazioni da introdurre.
Non appare sostenibile sia in termini strategici, sia in termini sostanziali una difesa a prescindere dell’attuale disegno organizzativo che contraddice già al proprio interno quella visione di rete che è precondizione per il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione su vasta scala ed in maniera coordinata.
Questo testo “I Dipartimenti di Prevenzione. Organizzazione, funzionamento, competenze, criticità e prospettive di evoluzione”, curato da Gianfranco Carnevali ed alla realizzazione del quale hanno partecipato attori in prima linea del settore, rappresenta un elemento di analisi e di proposta molto utile per aiutarci a fare le scelte giuste per il futuro. La completezza della trattazione, l’approfondimento delle problematicità nei vari settori, le proposte innovative, per quanto mi riguarda non tutte condivisibili nel merito, ma con il pregio innegabile di introdurre elementi di riflessione su questioni reali, disegnano percorsi possibili di miglioramento e ci portano a confrontarci su probabili scenari che ci attendono.
Si tratta quindi di una lettura molto interessante, con un percorso che si snoda progressivamente dall’analisi del mandato istituzionale e dello status quo, all’individuazione di una serie di criticità e alla proposta di soluzioni.
La pubblicazione è sicuramente una indicazione di grande vitalità della nostra disciplina, della volontà di accettare le nuove sfide che ci attendono, continuando a giocare un ruolo da protagonisti, nonché un segnale della capacità di rinnovarsi  in funzione dei nuovi bisogni di salute.


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